Tra codici
Lorenzo de Medici
I tre codici

Nessuna figura incarna meglio di Lorenzo de' Medici lo spalancarsi dell'orizzonte della conoscenza a tutti i campi dell'umano agire che è propria del Rinascimento. Dalla politica all'arte militare, dalla letteratura alla filosofia, dalle arti figurative alla musica, non v'è campo nel quale Lorenzo non potesse vantare una conoscenza profonda. La sua signoria, contraddistinta da una non comune abilità diplomatica, si caratterizzò infatti per la costante valorizzazione dell'arte e della cultura: artisti del calibro di Sandro Botticelli e Filippino Lippi e letterati come Angelo Poliziano e Marsilio Ficino trovarono in lui un mecenate intelligente e ricettivo, tanto da fargli meritare l'appellativo di Magnifico.

Intorno al 1485 Lorenzo de' Medici commissionò alla bottega fiorentina di Antonio Sinibaldi tre lussuosi Libri d'Ore da destinare alle figlie quale dono di nozze. Di questi piccoli libri di preghiere, il primo, oggi custodito a Monaco, fu donato alla figlia maggiore Lucrezia, che andò sposa a Jacopo Salviati. Il secondo, attualmente a Firenze, era destinato a Luisa, promessa sposa di Giovanni di Pierfrancesco Medici e morta prima delle nozze. Il terzo codice, infine, era il dono nuziale per Maddalena, maritata al conte Franceschetto Cybo, figlio naturale del pontefice Innocenzo VIII.

L'estrema preziosità delle legature - scintillanti di ori, pietre dure e smalti - e l'eccezionale qualità delle pagine miniate fanno di questi tre libri dei veri e propri gioielli, capolavori assoluti del Rinascimento fiorentino.